Il Welfare occupazionale e aziendale in Italia

Quarto Rapporto sulla crescente importanza del Welfare aziendale, a cura di Michele Tiraboschi
e promosso da Intesa Sanpaolo Spa e ADAPT

Il nostro sistema di Welfare è in profonda evoluzione per via dell’elevato livello del debito pubblico, dell’andamento della curva demografica con il relativo processo d’invecchiamento della popolazione e l’emergere di nuovi bisogni o l’accentuarsi di altri per effetto della pandemia.

Lo stesso Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza delinea alcune Missioni in cui il Welfare aziendale può interpretare un ruolo strategico, per esempio in tema d’"inclusione e coesione", "salute", "infrastrutture per la mobilità sostenibile".

È proprio il nuovo ruolo strategico del Welfare aziendale il protagonista di Welfare for People, il Quarto Rapporto sul welfare aziendale e occupazionale in Italia a cura del Prof. Michele Tiraboschi e promosso in collaborazione tra Intesa Sanpaolo Spa e la Scuola di alta formazione in Relazioni industriali e di lavoro di ADAPT (www.adapt.it), in continuità con la proficua esperienza del gruppo Ubi.

Frutto di un monitoraggio continuo sulla recente evoluzione del fenomeno, il rapporto inquadra la diffusione del welfare aziendale alla luce della trasformazione economica, tecnologica, demografica anche rispetto alle criticità emerse con la diffusione dell’emergenza sanitaria. Ed evidenzia come, in questo scenario, il Welfare aziendale può diventare anche uno stimolo al sistema produttivo, contribuire al miglioramento del clima aziendale e accrescere il ruolo sociale delle imprese, coinvolgendo i dipendenti per favorire il benessere della persona e lo sviluppo delle comunità e dei territori locali.

Welfare for People propone un approfondimento su come il welfare aziendale abbia risposto alla situazione emergenziale determinata dalla pandemia da Covid-19, che ha imposto alle aziende riorganizzazioni, riduzioni e, in alcuni casi, sospensioni delle attività produttive e dei servizi.

Come emerge dai dati raccolti, le aziende che già avevano sperimentato misure e soluzioni di welfare aziendale sono state avvantaggiate nell’adottare soluzioni efficaci per la fase emergenziale, avendo già acquisito consapevolezza della funzione organizzativa e produttiva del welfare aziendale.

In particolare, hanno giocato un ruolo decisivo i fondi e le casse sanitarie, istituiti dalla contrattazione collettiva nei diversi settori, che hanno integrato nei piani sanitari, accanto alle classiche prestazioni offerte, specifiche tutele legate all’emergenza sanitaria.

Nel futuro delle imprese, quindi, il welfare aziendale può rappresentare una leva per rispondere alle complesse sfide in atto: non soltanto le immediate conseguenze della crisi epidemiologica, ma anche l’impatto psicologico sui lavoratori che li conduce a riconsiderare le loro condizioni lavorative e le motivazioni al lavoro.

Il rapporto contiene anche un approfondimento sul settore dell’industria alimentare.

Dal monitoraggio del quadro nazionale e dei contratti aziendali sottoscritti tra il 2016 e il 2020, emerge che flessibilità organizzativa e conciliazione vita-lavoro rappresentano il 70% delle misure di welfare scelte a livello aziendale.

Molto diffusa anche la formazione in ambito professionale dei lavoratori dipendenti (57%), erogata attraverso fondi interprofessionali o altre modalità. Seguono, con percentuale significativa, la categoria mensa e buoni pasto (40%) e le disposizioni sui buoni acquisto e sui flexible benefits (27%).

In termini di importanza e diffusione, mantengono un certo peso gli ambiti dell’assistenza sanitaria integrativa (18%) e della previdenza complementare (15%).

Lo studio si conclude con un approfondimento territoriale sulle aree di Modena, Parma e Reggio Emilia dopo i casi di Cuneo, Bergamo e Brescia analizzati negli scorsi anni in una "lettura" d’insieme su come si posizionino reciprocamente welfare territoriale e welfare aziendale.

Leggi la versione completa del rapporto Welfare for People – Quarto rapporto annuale
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